E' noto che spesso persone anziane stipulano un contratto attraverso il quale si riservano la nuda priprietà di un immmobile cedendo il diritto di usufrutto ad un parente in cambio di prestazioni di assistenza morale e spirituale.
Tali operazioni negoziali vengono comunemente qualificate come contratti di vitalizio.
Si tratta di contratti aleatori perchè costituisce elemento essenziale del contratto l'alea, ovvero l'incertezza circa il vantaggio o la perdita che, alternativamente, potranno verificarsi nel corso del rapporto.
Ne deriva che, in mancanza di alea, il contratto è nullo per difetto di causa.
Qualora il vitalziato al momento della stipulazione del contratto sia gravemente malato o abbia un'età così avanzata che non possa sopravvivere oltre un arco di tempo determinabile, viene a mancare l'alea del contratto perchè non esiste alcuna incertezza in merito alla parte contrattuale che beneficierà del contratto.
Conseguentemente, il contratto è nullo (Trib. Vicenza n. 882/ 2016)